Storia antica
A.W. Van Berkel, il fondatore
Wilhelmus Adrianus van Berkel era un macellaio olandese con una grande passione per la meccanica: voleva costruire una macchina che potesse consentirgli di tagliare la carne senza dover ricorrere al coltello.
L’idea giusta gli venne quando pensò che una lama concava rotante in perpendicolare su un piatto mobile sul quale era appoggiata la carne potesse sostituire il lavoro manuale dell’uomo: fu così che nacque la prima affettatrice meccanica della storia.
Nel 1898 Berkel fonda la prima fabbrica a Rotterdam; dall’anno successivo fino alla fine degli anni Trenta del Novecento la Berkel depositò tantissimi nuovi brevetti e costruì decine di modelli di affettatrici. In pochi decenni Berkel divenne una multinazionale vera e propria, con stabilimenti produttivi in tutto il mondo.
Alla crescita dell’azienda seguì la diversificazione della produzione: così, anche per le necessità generate dai conflitti mondiali, la Berkel cominciò a produrre macchine utensili, motori da nave e idrovolanti.
La Berkel dagli anni Cinquanta in poi
L’azienda fu protagonista di riassetti interni più o meno burrascosi avvenuti nella prima metà del Novecento: il suo fondatore, ormai vecchio, si ritirò dalle scene, lasciando ai manager la guida dell’impero da lui creato. Nacquero dei dissapori tra Berkel padre e figlio, che portarono quest’ultimo ad uscire dall’azienda e a proporre al competitor più temuto di Berkel allora, la tedesca Bizerba, dei progetti mai approvati nell’azienda del padre. Nel 1952 Wilhelmus Adrianus van Berkel muore a Montreux.
Negli anni che seguirono la morte di Berkel furono lanciati sul mercato nuovi modelli di macchine, come tritacarne, macinacaffè, sega ossi e cutter. Alcune scelte produttive non furono premiate dall’andamento del mercato, in quell’epoca frazionato e pieno di concorrenti aggressivi.
Il marchio splendeva ancora della luce di vecchie produzioni ormai cessate, e sui nuovi modelli non c’era più la protezione e la tutela dei brevetti depositati. Negli anni ’70 il settore peso era assolutamente predominante, mentre le affettatrici e tutte le altre macchine per la lavorazione degli alimenti arretravano; la produzione di questi modelli proseguì comunque fino all’inizio degli anni ’90.